ENIGMA DELLE COSE

ENIGMA DELLE COSE

PRESENZA ASSENZA

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Ho compiuto un viaggio all’interno di un libro che racconta l’arte di Giorgio Morandi. Sono pagine che narrano una storia di luce, di contemplazione e di silenzio, che prende vita dal ricordo di una stanza: il suo studio,  dove fra cose comuni e marginali come brocche, vasi e piccoli oggetti personali ha avuto origine la sua pittura.

COMUNI OGGETTI

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Per Giorgio Morandi il mondo visibile ha valore in quanto accordo di luce, colore, forma e assume un ruolo fondamentale per rappresentare il legame dell’uomo con le cose. È questo connubio che il pittore esplora tra le sue bottiglie, tra le sue scatole, tra i suoi oggetti, attraverso le linee e le forme. In questa dimensione spaziale di ‘vuoti e pieni’, ciò che appare non è mai ciò che è ‘in sé’, ma è pura percezione. Di tangibile ci sono soltanto gli oggetti nel loro essere reali, il resto è pura immaginazione. 

POESIE D’OCCASIONE

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Lo spirito contemplativo del pittore emerge soprattutto nella sua personalissima produzione dei fiori. I suoi quadri sono piccole tele in cui la luce penetra e avvolge i piccoli mazzetti di fiori recisi e dalle tinte delicate. Essi sono come brevi ‘poesie d’occasione’.