Da circa vent’anni sviluppo una ricerca che approfondisce la potenzialità creativa e comunicativa della fotografia, attraverso differenti sperimentazioni tecniche ed espressive.
Col procedere degli anni la fotografia ha avuto un ruolo sempre più incisivo e importante nella mia vita professionale e non solo.
Questa mia ricerca teorica si sviluppa prevalentemente attorno all’analisi di immagini recuperate dalla pubblicità, dal cinema, da vecchi libri, giornali e soprattutto dai maestri della fotografia.
Rileggendone i contenuti formali cerco un nuovo lessico fotografico e costruisco forme simboliche che vogliono essere una riflessione sulla memoria, l’immaginazione e il sentimento dell’uomo contemporaneo.
La fotografia è diventa così per me uno strumento di apprendimento globale, o meglio un linguaggio alternativo alle parole e connesso al pensiero, capace di raccontare infinite storie.
Ultimamente sto sperimentando una serie di progetti, realizzati in collaborazione con psicologi clinici ed i loro pazienti valorizzando e verificando il potere terapeutico della fotografia, grazie all’uso di un’innovativa tecnica di phototherapy.
Continuo a domandarmi cosa sia la fotografia senza pretendere di trovare una risposta definitiva, ma sono convinta che sia più che necessario allenare lo sguardo ad essere meno immediato e superficiale per restituire spessore e pathos al nostro modo di vedere il mondo, perché la fotografia è soprattutto questo.